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Michele, milanese in fuga a Johannesburg

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by Isabella

Anche Michele Cagnetta ha risposto all’appello che ho lanciato su italiansinfuga con il quale cercavo i milanesi fuggiti all’estero. Michele vive a Johannesburg, è un informatico, è un papà single ed è contento di vivere in Sudafrica.


Onalim: Ciao Michele, piacere.

Michele: Piacere mio. Com’è il tempo oggi a Milano?

 

Onalim: C’è il sole!

Michele: Bene. Ti presento Diego, mio figlio. Io sono un papà single. Lavoro e sto con il piccolo, gli faccio i bagnetti e sto con lui. Scusa il disordine ma è una casa di soli uomini. 

 

Onalim: Cosa fai a Johannesburg?

Michele: Vivo qui dal 2008, e lavoro nell’informatica. Ho cominciato con un contratto di tre anni con l’IBM. Da un anno sono permanente residente, ho la carta d’identità sudafricana e da allora sono cambiate molto anche le mie prospettive lavorative perché non sono più legato a un’azienda ma posso mettermi sul mercato del lavoro autonomamente. Qui il costo della vita negli ultimi anni è cresciuto ma posso permettermi una casa grande con il giardino. 

 

Onalim: Com’è vivere e lavorare a Johannesburg?

Michele: E’ bello, qui la mentalità è internazionale e si parla inglese. Nell’informatica ci sono molte possibilità, perché c’è mancanza di personale qualificato. Gli stipendi sono buoni. Quello che manca qui è il tessuto previdenziale, la pensione, l’assistenza sanitaria… A quello devi pensare tu.  

Onalim: Come convivono i bianchi e i neri? 

Michele: A Cape town il gap è molto forte perché è una città molto benestante. A Johannesburg la differenza è un po’ più attenuata. Parliamo di un luogo dove 20 anni fa non erano riconosciuti i diritti umani per i neri. 

Onalim: E a lavoro?

Michele: Quando lavoravo in IBM avevo colleghi sia bianchi che neri, anche perché era una grande azienda. Adesso non più. Ma io ho amici di tutti i tipi.

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Onalim: Ci sono differenze culturali?

Michele: Sì, per esempio resistono delle tradizioni locali. Secondo una tradizione Zulu, quando un uomo chiede una donna in sposa, deve recarsi a casa di lei e negoziarla per un certo numero di mucche.

Onalim: Tu l’hai fatto?

Michele: Io no, ho solo negoziato “labola” per una amico che si ha sposato una ragazza zulu. E’ una tradizione molto criticata perché è paragonata a una compravendita, ma secondo me è un’analisi superficiale. In realtà i soldi che tu paghi per le mucche, e che vanno alla famiglia della sposa, la famiglia li usa per pagare il matrimonio. Quindi alla fine l’uomo paga il matrimonio.

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Onalim: Altre differenze?

Michele: Per i sudafricani è assurdo pagare tanti soldi per l’affitto di una casa, preferiscono di gran lunga avere un bel televisore o una macchina costosissima. Preferiscono vivere in una casettina governativa e guidare un bmw. Qui c’è un mercato incredibile di auto usate, ad ogni angolo c’è un rivenditore di auto di lusso tedesche.

Onalim: Auto di lusso?

Michele: Sì. L’auto è uno status symbol. Magari sono persone che fino a 20 fa non potevano salire sull’autobus… E’ la mentalità americana capitalista.

 

Onalim: Johannesburg è davvero pericolosa come si dice?

Michele: Secondo me c’è un business intorno al tema della sicurezza. Continuare a dire che Johannesburg è una città pericolosa fa sì che tutti i cittadini siano disposti a pagare per dei provvedimenti di sicurezza eccessivi. Sì è vero, esistono delle zone pericolose, ma basta non andarci.

 

Onalim: Che pericoli ci sono?

Michele: Ad esempio il Gauteng (luogo d’oro), che è la provincia più ricca del paese, attrae la mini criminalità. Ma io a Milano vivevo nella zona Linate – Forlanini e la mia macchina veniva aperta una notte sì e una notte no, per cercare di prendere l’autoradio. In cinque anni qui non mi è mai successo niente di simile, e mio figlio gioca in giardino tranquillamente. 

Onalim: Com’è il cibo?

Michele: La frutta locale è molto buona e anche il vino è buono. Il pesce è freschissimo. I gusti però sono diversi dai nostri, qui c’è un imprinting indiano molto forte, c’è molto curry, e vanno matti per il pollo. Hanno una polenta locale che si chiama “pap”. Mangiano molte verdure. Nelle città ci sono ristoranti con cucina internazionale, ma l’80 % della popolazione non va al ristorante. Anche io cucino a casa. Io però cucino italiano, la pasta e la bistecca non mancano mai. 

Onalim: Cucini solo italiano?

Michele: Sì direi di sì, anche se a volte faccio il barbecue alle 2.30 del pomeriggio, come pasto unico, come si usa qui. Si chiama “Braai”. 

Onalim: Hai degli amici con cui fare il barbecue?

Michele: Sì, anche se qui la realtà è molto diversa. A Milano nella mia zona, conoscevo tutti. Salutavo anche le piante. Qui i gruppi di amici sono un po’ più ristretti. Però quando lavoravo in IBM era diverso perché lavoravo nel reparto italiano e quindi con gli italiani facevamo gruppo.

 

Onalim: Hai viaggiato un po’ in Africa?

Michele: Ho visto un po’ il Sudafrica, ma adesso Diego è troppo piccolo per portarlo in giro. Magari più avanti. 

Onalim: In questi giorni è morto Mandela, e i funerali saranno proprio a Johannesburg.

Michele: Riguardo a Madiba,ho veramente poche parole per descrivere un uomo di tale spessore. Un uomo cosi’ nasce ogni milione di anni. E’ un lutto nazionale, anzi mondiale, una perdita enorme ed una eredita’ pesantissima. Ma ci pensi, un uomo imprigionato per 27 anni che perdona i suoi aguzzini? 

 

Onalim: Torneresti a Milano?

Michele: No. Ho lasciato una condizione lavorativa precaria e come padre single sarebbe ancora più difficile. E poi qui sto proprio bene.

 

Onalim: Il Comune di Milano condivide queste interviste, vuoi dire qualcosa al Comune di Milano? Per esempio Fabio che ora vive in Canada mi ha detto che se avesse avuto condizioni lavorative diverse non sarebbe andato a vivere dove ci sono meno trenta gradi.

Michele: Fabio Gammerino? Lo conosco, è un mio amico! Confermo. L’ho sentito poco tempo fa e mi ha chiesto come si vive in Sudafrica, perché lì in Canada ha un po’ freddino. Invece qui il clima è fantastico. 

Onalim: Ahahah ci credo!

Michele: Io e il freddo non andiamo proprio d’accordo.

 

Onalim: Ci sono dei posti che ti mancano di Milano?

Michele: Mi manca la mia zona, Parco Forlanini, l’idroscalo… Ma principalmente mi mancano le persone. Come posti non c’è paragone. A livello paesaggistico il Sudafrica è impressionante. Il Sudafrica ha la stessa popolazione dell’Italia e 4 volte la superficie dell’Italia. C’è spazio per tutti, anche per i leoni…

Onalim: I leoni li hai visti?

Michele: Sì ci sono molti parchi a tema con i leoni. Ci sono branchi di gazzelle. Lì senti l’Africa, lì sei tu e gli animali selvatici.

(Diego salta per la casa.)

 

Michele: Adesso, io andrei a fare il papà.

 

Onalim: Sì, certo vai a fare il papà. Grazie!

Michele: Grazie a te.


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